Perché sono diventato psicologo

Da ragazzo ho deciso di studiare psicologia perché è una disciplina che abbraccia sia l’aspetto scientifico che umanistico della conoscenza. La sua ampiezza di orizzonti mi consente di approfondire un tema che mi sta molto a cuore: la natura della sofferenza umana, soprattutto quella che nasce nelle relazioni: famigliari, sentimentali, di amicizia.

Tutto è cominciato all’Università di Padova, dove ho incontrato il mondo delle Scienze Cognitive. Con la tesi e il tirocinio triennale mi sono occupato di psicofisica e di segmentazione di tessiture in visione periferica. Ma è stato un libro a cambiare il corso dei miei studi: “Ragione ed Emozione in Psicoterapiadi Albert Ellis. Questa lettura fornisce una chiave interpretativa per ridurre la complessità dei problemi legati alla sofferenza psicologica, rendendoli più gestibili. Così ho iniziato ad occuparmi di psicologia clinica. Mi sono iscritto al Corso Magistrale di Scienze della Mente presso l’Università di Torino. Qui, ho conosciuto il professor Fabio Veglia, che sostiene la necessità di adottare un atteggiamento umile: quel tipo di umiltà che emerge dalla consapevolezza della provvisorietà e parzialità delle nostre conoscenze sul funzionamento della mente e del cervello umano, in accordo con il metodo scientifico proposto dal filosofo Karl Popper. Questo approccio porta a “imparare dai propri pazienti”. Da qui è iniziato il mio lungo viaggio nel mondo della Psicoterapia e della Psicotraumatologia.

Dopo aver frequentato i corsi di Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia ho deciso di svolgere tirocinio e tesi sotto la guida del professor Veglia. Per la tesi ho collaborato a uno studio pilota per valutare l’efficacia dell’applicazione del protocollo EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) su un gruppo di pazienti oncologici.

Dopo la laurea in Scienze della Mente e il superamento dell’Esame di Stato, ho deciso di specializzarmi in Psicoterapia Cognitiva Comportamentale, iscrivendomi alla scuola presso il Centro Clinico Crocetta.

Ed eccoci qua!

 

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